Ci sono persone che vedono sempre il lato positivo delle cose, persone che non si lasciano scoraggiare dalle difficoltà e sanno cogliere le occasioni anche nelle difficoltà se a questo si aggiunge un forte attaccamento alla propria terra ecco nascere l’associazione Outdoor Cilento.
Un’idea nata 10 mesi fa, nel dicembre 2014, e in cui mi sono imbattuta per caso. In cerca di lavoro da anni, da una città all’altra, Rosalba e Manuela hanno deciso di ritornare a casa e di inventarsi qualcosa per coniugare qualità della vita e guadagno. Molto legate al territorio del Cilento e Vallo di Diano, hanno così deciso di fondare un’associazione che si occupasse di promozione e tutela dell’ambiente.
Outdoor Cilento è un’associazione giovane, dinamica, nata dalla passione delle sue fondatrici per le attività all’aria aperta e dalla voglia di riscoprire in modo differente l’immenso patrimonio artistico, naturalistico e culturale del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni.
Spesso infatti quando si parla di Cilento si pensa soprattutto al mare e alle tantissime località turistiche come Palinuro, Marina di Camerota, Punta Licosa, Santa Maria di Castellabate etc. Ma il Cilento è anche entroterra, storia, cultura ed enogastronomia.
Ho chiesto ad una delle responsabili, Manuela Cotignola:
qual è l’obiettivo di questa associazione?
«Ciò che ci proponiamo di fare è trasmettere un’esperienza capace di coniugare l’attività fisica, legata all’escursionismo, al benessere psico-fisico, creando una nuova coscienza della cultura, della natura e di se stessi. Abbiamo cercato di esprimere questo concetto anche attraverso il nostro logo che raffigura un percorso di arricchimento e di trasformazione che passa per la natura e per la storia, attraverso la sperimentazione del proprio sé. Noi vediamo questa associazione come uno spazio aperto alle attitudini dei suoi soci e di tutti coloro che vorranno collaborare e partecipare attivamente con noi».
Come si svolgono le vostre attività?
«Abbiamo un programma che copre tutte le domeniche dell’anno. Cerchiamo di proporre ai nostri soci percorsi adatti a tutti, in modo da spronare le famiglie con i bambini ad avvicinarsi alla montagna e, in generale, alla natura. Oltre alle passeggiate in montagna, organizziamo anche escursioni abbinate al cibo, dunque gastrotrekking ed enotrekking, sempre con l’obiettivo di far conoscere il nostro territorio ricco non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche gastronomico».
Qual è il feedback ?
«Molto positivo. Ci sono già i ‘fedelissimi’ che da veri appassionati non si perdono un’escursione, ma ci sono anche le new entry che vengono saltuariamente e decidono di tesserarsi in un secondo momento. Poi ci sono alcune persone che aderiscono alla singola attività, magari per mancanza di tempo, ma che comunque ci seguono attraverso i social».
Una delle escursioni che mi ha molto affascinata è stata quella in luogo che io non conoscevo: la grotta di San Michele e la scultura rupestre dell’Antace, dacci qualche dettaglio:
«E’ un luogo spettacolare, magico, di cui molti ignorano l’esistenza sebbene sia inserita dal Word Monument Funds in una classifica dei 100 siti più significativi al mondo da tutelare e salvaguardare. L’erosione dell’acqua ha scavato naturalmente la pietra dando vita alla grotta dedicata al culto di S. Michele Arcangelo. All’interno, come se ci fosse la mano dell’uomo e non invece quella della natura ci sono sei “cappelle”. Le pareti sono decorate con pitture murali dei monaci orientali in pellegrinaggio da Gerusalemme intorno al IX secolo. Nel territorio del Comune di Sant’Angelo a Fasanella poi il mito si fonde con il paesaggio. Qui infatti si trova la scultura rupestre, scavata nella roccia, che raffigura l’Antece, un antico guerriero. Chi lo abbia scolpito resta un mistero, ma certamente testimonia che questi luoghi sono stati abitati fin dalla preistoria».
Prossimi appuntamenti?
«Ogni domenica se le condizioni meteo lo permettono proponiamo un’escursione diversa e a Dicembre ad esempio il 6, 7 e 8 si esce un po’ fuori dal solito circuito e si parte alla volta di Siena per sperimentare il trekking urbano che si sposa con un nuovo concetto di turismo sostenibile e un modo diverso di conoscere la città e la sua identità».
Nadia Sessa