“Fare il cuoco è il mestiere più bello al mondo ma se non gira è un incubo, ti misuri in continuazione con la gente. Ma essere artisti non basta, devi essere anche imprenditore, sapere tutto delle tasse, del costo della spazzatura…”
Un pensiero che Antonino Cannavacciuolo ha trasferito ad arte nel suo Bistrot Torino.
Una location bella, ma che non ti intimorisce. Personale impeccabile, ma capace di coinvolgerti non solo per il percorso culinario, ma anche grazie al calore umano e alla cura del cliente che, non si esaurisce in gesti formali o di rito, ma che va al di là di un’uniforme o di un’etichetta. E’ un mood che non si insegna. E’ la capacità rara di farti sentire a casa!
Equilibrio feng shui, ma anche il calore caotico di chi questo mestiere lo fa per passione.
La cucina a vista poi è un vero spettacolo. E’ come essere al cinema tutto il tempo.
Guardare i movimenti precisi e armonici della brigata è un vero piacere. Danzano come su un palcoscenico, diretti dallo chef Nicola Somma, originario di Gragnano, che per tre anni ha affiancato Cannavacciuolo a Villa Crespi.
Abbiamo scelto di assaggiare il menù del giorno e il menù degustazione che comprendeva:
ANTIPASTI
Tris di appetizer
Battuta di fassona piemontese con maionese di nocciola, tartufo nero e Parmigiano
Polpo sedano rapa e limone
PRIMI
Ravioli broccoli e Cannolicchi
Riso Carnaroli aglio, olio e bottarga
Fettuccine alla spuma di gamberi
SECONDI
Maialino da latte, insalata cotta, chinotto, salsa arachidi e pop corn
PREDESSERT
DESSERT
Nocciola, nocciola, nocciola
PICCOLA PASTICCERIA
Piatti esplosivi, componibili, dinamici. Difficile spiegare l’esperienza al palato, il caleidoscopio di sapori che si avvicendano in bocca. E’ come una sequenza ritmica di suoni che toccano le microscopiche papille gustative per rimbalzare fino al cervello.
Un ristorante da provare assolutamente, se capitate o progettate un viaggetto nella meravigliosa Torino.
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